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 Tutti i documenti->Consultazione tesi->Area Critica->2004-2005->
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Tra nursing e psicologia: approccio infermieristico ai familiari di una persona in coma
ARRIGONI Gloria_slides.wri
ARRIGONI Gloria_tesi.pdf
ARRIGONI Gloria More Info 454 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Area Critica
Università:
Università degli Studi di Pavia
Relatore:
Politi Prof. Pierluigi
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:
Ospedale San Matteo - Pavia
Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
glori82@alice.it
Abstract:


I bisogni assistenziali e la qualità di vita delle persone con defibrillatore impiantabile: il punto di vista dei pazienti e degli infermieri
BERTEA Chiara_slides.pdf
BERTEA Chiara_tesi.pdf
BERTEA Chiara More Info 748 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Area Critica
Università:
Università degli Studi di Torino - Sede Orbassano
Relatore:
Vola Letizia
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
berteach@tin.it
Abstract:
La tesi indaga la qualità di vita dei pazienti dopo l'impianto di ICD e l'opinione che ne hanno gli infermieri; inoltre raccoglie le opinioni di infermieri e pazienti rispetto all'efficacia degli interventi educativi e informativi ed alcuni dati sulla formazione degli infermieri. Allo scopo è stato elaborato un questionario ad-hoc; è stato inoltre impiegato il WHOQOL-Breve dell'OMS. Emerge che la paura dello shock, l'ansia rispetto alle attività fisiche che lo potrebbero scatenare e la paura di morire sono i temi dominanti tra le emozioni provate da questi pazienti; molti di loro avvertono disturbi dell'umore. I pazientisembrano dividersi in modo netto in due gruppi di cui uno reagisce in modo positivo ll'impianto e non sperimenta particolari conseguenze mentre l'altro, forse partendo già da una condizione favorevole, subisce un impatto molto forte. Una formazione specifica degli infermieri ed il loro ruolo sembrano ancora da definire.

La contenzione fisica in area critica. Studio descrittivo presso i Servizi di Terapia Intensiva e Pronto Soccorso dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera CTO-CRF-M. Adelaide di Torino
DI RUVO Andrea_slides.ppt
DI RUVO Andrea_tesi.doc
DI RUVO Andrea More Info 680 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Area Critica
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
Frigerio Prof.ssa Simona
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
diran@email.it
Abstract:
Obiettivo
Gli obiettivi di questo studio hanno tentato di indagare 4 aree:
1. il livello di conoscenza degli operatori sanitari sulla contenzione fisica;
2. Chi decide di applicare la contenzione fisica;
3. La motivazione prevalente della contenzione;
4. La gestione del malato contenuto.
Materiali e metodi
Per studiare la pratica della contenne fisica in area critica è stato necessario effettuare, dapprima, una ricerca bibliografica in internet seguita da un’osservazione “sul campo” e da un questionario rivolto a medici e infermieri della Terapia intensiva e Pronto Soccorso sezione Grandi Traumi.
Risultati
Gli operatori sanitari dimostrano di avere un basso livello di conoscenza della legislazione in materie a di contenzione fisica e non conoscono neanche le linee guida sull’argomento. Sono ignorate anche le tecniche alternative alla contenzione stessa.
Si è osservato che la contenzione fisica è applicata unicamente su indicazione dell’infermiere, mentre il medico, che dovrebbe prescriverla è quasi totalmente assente da questo processo.
La motivazione prevalente è il timore di auto lesioni da parte del malato critico.
In pochissime occasioni il provvedimento viene registrato soprattutto in cartella infermieristica.


Persona con deficit cognitivi-comunicativi: handicap grave e stato vegetativo. Le possibilità di valutazione del dolore.
MUSETTI Mimosa_slides.ppt
MUSETTI Mimosa_tesi.doc
MUSETTI Mimosa More Info 657 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Area Critica
Università:
Università Sacro Cuore Sede Cottolengo - Torino
Relatore:
Carello Suor Elisabetta
co-Relatore:
Deiana Cecilia
Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
mimosamusetti@libero.it
Abstract:
Oggetto Quali sono le possibilità di valutare il dolore nella persona portatrice di handicap o in stato vegetativo? “Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riuscire ad esprimerlo con le parole”…dove la limitazione è solo nell’espressione di uno stato di malessere e dove, invece, si ha un ottundimento vero e proprio della percezione del dolore? Il grave disturbo cognitivo-comunicativo riguarda non solo chi ne è affetto, ma anche gli operatori che lavorano in favore di tali persone. L’attività di ogni professionista richiede quotidianamente l’utilizzo della comunicazione, ma di fronte a questi pazienti capita di incontrare gravi difficoltà nel mettere in atto le proprie competenze: da ciò deriva un danno per l’assistito e disagio, demotivazione e scarsa soddisfazione nell’operatore. Il grande numero di figure che, a livello professionale e non, sono coinvolte nei percorsi clinico-assistenziali e la presenza di una grande variabilità negli approcci a tali problematiche sono aspetti che rendono necessari approfondimenti, riflessioni e la ricerca di soluzioni operative.

Materiali e metodi Per affrontare tale argomento, ho scelto di:
1. Individuare possibili manifestazioni del dolore non verbali, partendo da letteratura, casi clinici e colloqui con professionisti specializzati in materia.
2. Conoscere le opinioni del personale di varie strutture e dei parenti, tramite un questionario e alcune interviste;
3. Valutare l’applicabilità di alcune scale di valutazione del dolore normalmente usate per pazienti anziani o pediatrici (neonati / bambini non ancora in grado di esprimersi) alle tipologie di pazienti prese in esame;
4. Elaborare una scala per la valutazione del dolore specifica per pazienti con deficit cognitivi-comunicativi, utilizzabile in reparto ed emergenza, in base ai risultati ottenuti ai punti 1, 2, 3.

Risultati I tentativi di applicazione delle scale di valutazione del dolore pediatriche e non, le interviste ai parenti e le ricerche in vari centri per il trattamento di tali patologie hanno fornito un insieme di possibili indicatori comportamentali e biologici, a partire dai quali sono giunta ad un tentativo di elaborazione di una scala di valutazione specifica per questi pazienti. Da tali ricerche è emerso anche che la complessità dell’approccio al problema non consente di utilizzare solo la scala di valutazione, la cui prerogativa non può essere quella di fungere da strumento infallibile ed automatico: si renderà necessario, quindi, associare a tali scale una valutazione clinica dei segni specifici di patologia, la conoscenza del paziente, delle sue caratteristiche, l’esperienza e la competenza dell’operatore.

Conclusioni Fino ad oggi, la quantificazione del dolore nei pazienti con tali problematiche rimane ardua, in parte empirica, non facilmente desumibile e dimostrabile, ma resta comunque il fatto che quando un paziente si trova nell’impossibilità di comunicare con il mondo esterno abbia diritto a ricevere adeguata assistenza, per il raggiungimento della migliore condizione possibile e per l’eliminazione del sintomo dolore. E’ sempre possibile "prendersi cura" di questi malati. Forse si tratta di trovare la cosa giusta da fare per ogni momento, in modo corretto e responsabile, evitando situazioni d’accanimento terapeutico o di trascuratezza assistenziale, grazie anche ad una particolare preparazione tecnico-teorica ed etico-morale del professionista.


Eutanasia: il punto di vista degli infermieri. Sondaggio di opinione svolto all'ASO San Luigi Gonzaga di Orbassano
PASCHETTO Michela_slides.ppt
PASCHETTO Michela_tesi.pdf
PASCHETTO Michela More Info 1430 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Area Critica
Università:
Università degli Studi di Torino - Sede Orbassano
Relatore:
Maniero Mara
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
micmau@alice.it
Abstract:
Rari sono gli studi pubblicati che vanno a valutare l’opinione degli infermieri relativamente all’eutanasia, e del tutto inesplorato è il panorama infermieristico italiano. Al fine di indagare questo ambito abbiamo sottoposto un questionario a 455 infermieri lavoratori presso l’A.S.O. San Luigi Gonzaga di Orbassano. Lo studio ci mostra un’opinione favorevole alle forme di eutanasia volontaria sia attiva che passiva. Un’opinione contraria va invece alle forme di eutanasia non direttamente decise dal paziente. Il 43% sostiene che la praticherebbe nella legalità e l’8% anche nell’illegalità. In conclusione emerge che gli infermieri si schierano per l’autodeterminazione del paziente (eutanasia volontaria) e contro ogni decisione presa da famiglia o équipe.

Assistenza preoperatoria: analisi delle criticità, proposta di strumenti di lavoro
PENT Laura_slides.ppt
PENT Laura_tesi.doc
PENT Laura More Info 170 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Area Critica
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
BRISICHELLA Roberto
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:
ASO Mauriziano - Torino - Medicina 1 B
Tel. della Sede Lavorativa:
011/5082171
Email dell'Autore:
laura.pent@tin.it
Abstract:
Che cosa si intende per assistenza infermieristica preoperatoria e qual è la realtà attuale nei reparti di Chirurgia Generale? Queste sono le domande che hanno dato vita a questa tesi; tesi che non vuole essere un atto di critica, ma la raccolta di elementi dai quali possano emergere delle riflessioni volte a migliorare l’assistenza infermieristica preoperatoria. Il primo significativo input allo studio è scaturito dall’osservazione del paziente che, in procinto di affrontare un intervento chirurgico, si presenta in fase preoperatoria agitato e ansioso, angosciato da innumerevoli timori legati all’intervento. Nello svolgimento della tesi mi sono particolarmente soffermata sull’importanza del fornire l’informazione preoperatoria e delle problematiche ad essa collegate. Per realizzare questo studio è stata condotta un’indagine attraverso un’intervista strutturata con questionario ai caposala di cinque reparti di Chirurgia Generale di alcuni ospedali di Torino e Provincia. Analizzando le criticità emerse sono giunta a proporre un nuovo strumento volto a migliorare la qualità dell’informazione al paziente e di conseguenza dell’assistenza infermieristica preoperatoria.

Ruolo dell'infermiere nel riconoscimento e gestione del paziente a rischio di depressione durante la riabilitazione dopo Bypass Aortocoronarico
PETRALIA Sara_slides.ppt
PETRALIA Sara_tesi.doc
PETRALIA Sara More Info 520 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Area Critica
Università:
Università degli Studi di Torino - Sede Orbassano
Relatore:
Pozzi Dott. Roberto
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
sarapetralia@tiscali.it
Abstract:
Introduzione: lo stress psicologico, ed in particolar modo la patologia depressiva, possono favorire nell’uomo l’insorgenza di malattie cardiovascolari; lo stress mentale durante la vita quotidiana infatti, sembrerebbe raddoppiare il rischio di infarto miocardico acuto (IMA), ed è ben noto come i pazienti che presentino una sintomatologia depressiva nel periodo successivo ad IMA abbiano un più elevato tasso di mortalità rispetto ai pazienti infartuati non depressi (1).
Il trattamento della depressione nei pazienti con patologia cardiovascolare risulta di fondamentale importanza non solo per le conseguenze sul livello di sofferenza soggettiva, ma anche per le implicazioni prognostiche che gli aspetti psichici determinano sulla patologia somatica (2).
Inoltre i disturbi depressivi possono influenzare negativamente i programmi riabilitativi, portando il paziente a non aderire alla terapia medica e allo stesso programma di riabilitazione.
Gli obiettivi di questo studio sono quelli di individuare uno strumento idoneo per il riconoscimento dei pazienti a rischio di sviluppare depressione durante la riabilitazione cardiologica dopo bypass Aortocoronarico ed il possibile contributo infermieristico nel riconoscimento e gestione delle prime forme espressive del disturbo depressivo, e infine di individuare il contributo infermieristico all’interno dell’èquipe multidisciplinare.
Metodi: è stata somministrata un’intervista semi-strutturata avvalendosi del Patient Health Questionnaire (PHQ-9) a pazienti sottoposti a intervento di bypass aortocoronarico e avviati alla riabilitazione tra Maggio 2005 e Settembre 2005; per raccogliere informazioni sulle condizioni cliniche del paziente è stata elaborata una griglia di raccolta dei dati clinici.
Risultati: i pazienti con un basso supporto sociale hanno un maggior rischio depressivo rispetto ai pazienti accuditi; inoltre la depressione limita la capacità funzionale.
Il Patient Health Questionnaire (PHQ-9), si è proposto come strumento di facile utilizzo e ha permesso di individuare un livello lieve e moderato di rischio depressivo nel campione preso in esame; l’infermiere deve avere capacità relazionali, di dialogo, di ascolto, e di collaborazione con le altre figure professionali.



Competenze infermieristiche nel primo soccorso. Due realtà a confronto: Piemonte (Italia) - Mereu (Kenya)
ZANONE Enrica Maria_slides.wri
ZANONE Enrica Maria_tesi.doc
ZANONE Enrica Maria More Info 3961 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Area Critica
Università:
Università Cattolica del Sacro Cuore Sede Cottolengo - Torino
Relatore:
Bagliani Dott. Carlo
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
zjobe@libero.it
Abstract:
Oggetto: il Primo Soccorso in un Paese Africano, dove la situazione sociale e sanitaria è ormai diventata insostenibile, come nel Kenya, e nello specifico nella sua regione del Meru, è pressoché di fondamentale conoscenza per tutti gli operatori sanitari che operino in un luogo così avverso per la salvaguardia della vita umana. Il confronto descritto è diretto tra due ruoli infermieristici molto diversi, ma con gli stessi principi etici - deontologici che guidano le attività anche in situazioni molto critiche, sia a livello medico che a livello umano.

Materiali e Metodi: per la bibliografia sono stati utilizzati principalmente i testi depositati presso il Cottolengo Mission Hospital di Chaaria (Meru), le linee guida in uso all’interno dello stesso ospedale e la produzione documentale presente in web. Fondamentale è stata l’osservazione e lo studio durante tutto il periodo dell’esperienza svolta presso l’ospedale sopra citato.

Risultati: prendendo in considerazione tutti i casi gestiti sia nei tirocini presso i Pronto Soccorsi piemontesi sia quello all’ospedale di Chaaria, ho potuto constatare un notevole divario gestionale dove la figura infermieristica si inserisce diversamente a seconda dei casi. In Piemonte all’infermiere è affidato il delicato compito del Triage e in seguito dell’osservazione psico – fisica del paziente, mentre a Chaaria, per cultura infermieristica diversa e per mancanza di medici, all’infermiere è affidato il compito della sorveglianza e cura del paziente medico, o chirurgico/traumatologico semplice, dall’ammissione alla dimissione dell’ospedale.

Conclusioni: l’infermiere non può tralasciare il ruolo importantissimo che ha verso altre culture; penso che lo scambio culturale e di conoscenze tra entrambe le figure infermieristiche a confronto sia di notevole portata per assicurare ad un paese come il Kenya un’assistenza sanitaria sempre più legittima e all’Italia una sensibilità maggiore verso la persona bisognosa, oscurata talvolta dal nostro stesso ipertecnicismo. Soprattutto nel Primo Soccorso l’infermiere italiano quanto quello keniota dimostra la propria professionalità, dall’attività educativa alla comunicazione, dalla tutela del paziente alla sua dignità, esattamente come declina il Profilo Professionale dell’Infermiere.




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