Navigatore Files
Consultazione tesi
altro
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
Area Critica
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2006-2007
2007-2008
Comunicazione-Relazione
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
Cure Complementari
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2005-2006
Cure Domiciliari
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
Etica
1997-1998
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
Formazione Didattica
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
Geriatria
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
Management-Organizzazione
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
Oncologia
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
2007-2008
Pediatria
2001-2002
2003-2004
2004-2005
2005-2006
Psichiatria
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
Sanita Pubblica-Medicina di Comunita
2001-2002
2002-2003
2003-2004
2004-2005
2005-2006
Ricerca libera
Cerca in:
Nome file
Commento
Parole Chiave
Tutti i documenti->Consultazione tesi->Comunicazione-Relazione->2004-2005->
Titolo
Autore
Dettagli
Dimensione
Il counseling nel paziente affetto da AIDS
DEANGELIS Davide_slides.ppt
DEANGELIS Davide_tesi.doc
DEANGELIS Davide
440 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Comunicazione/Relazione
Università:
Università Cattoloca "Sacro Cuore"
Relatore:
Cirio Franco
co-Relatore:
Lombardi Ricci Prof.ssa Mariella
Sede Lavorativa dell'Autore:
Reparto Oncologia - Ospedale Gradenigo
Tel. della Sede Lavorativa:
Email dell'Autore:
jeidea@tin.it
Abstract:
Il contesto ideologico che in questi ultimi anni si sta delineando all’interno del sistema sanitario si profila come il risultato di un lungo processo che ha visto susseguirsi, confrontarsi e contrapporsi diverse teorie di cura. Le più recenti formulazioni teoriche di carattere olistico dell’assistenza infermieristica sembrano confliggere con l’affermazione di modelli di cura paternalistici quando non meramente tecnologici. Elaborazioni e teorizzazioni di processi educativi e terapeutici a favore del paziente e l’eventuale coinvolgimento della sua famiglia, sostenibili e propugnate a livello ideale, faticano a radicarsi e a concretarsi in tale temperie socio-culturale. Metodi e tecniche di consulenza strutturata come il counseling e condivisi come possibili strumenti ausiliari di cura non ricevono adeguato riconoscimento applicativo. I ristretti ambiti in cui questo avviene sono poco noti e pertanto non usufruiscono di quell’osmosi culturale, che ogni settore di ricerca auspica.
Il presente lavoro, dunque, pur nella sua esiguità e nella sua dichiarata ammissione di non esaustività vorrebbe porre alcune riflessioni sull’utilità, l’efficacia e l’eseguibilità del counseling in una specifica, peculiare e quanto mai problematica realtà sanitaria ed esistenziale quale è quella dei malati di AIDS.
La donazione degli organi: un progetto formativo nelle scuole della regione Marche.
GUERRIERI Sabrina_slides.ppt
GUERRIERI Sabrina_tesi.pdf
GUERRIERI Sabrina
1759 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Comunicazione/Relazione
Università:
Università Cattolica Sacro Cuore Facoltà di Medicina e Chirurgia Gemelli Roma
Relatore:
Damiani Dott. Gianfranco
co-Relatore:
Sede Lavorativa dell'Autore:
Po.T.E.S. 118 Asl n. 3 Fano (PU)
Tel. della Sede Lavorativa:
0721/882203
Email dell'Autore:
lambertotonelli@virgilio.it
Abstract:
Il lavoro nasce dall’idea di promuovere nella popolazione una maggiore sensibilità alle problematiche relative alla donazione di organi e tessuti: se è vero che al presente nessuno ha voglia di pensare a se stesso come possibile donatore, è anche vero che l’atto del dono è una grande opportunità in grado di salvare numerose vite umane; molto spesso tale opportunità non è raccolta perchè le famiglie negano il consenso all’espianto. Il lavoro nasce appunto con l’intento di informare correttamente affinché le persone possano decidere se e quando donare.
La chirurgia dei trapianti è sicuramente una opportunità terapeutica insostituibile come afferma il Comitato Nazionale di Bioetica del 1991, ma non manca di sollevare dubbi e perplessità quando si parla di integralità psico-fisica dell’uomo; il punto di partenza è la persona umana con i propri valori che richiedono rispetto per la vita del donatore e quella del ricevente. La maggiore difficoltà risiede nel concetto di morte: il lavoro analizza la posizione delle varie religioni in relazione alla donazione degli organi, in particolare la posizione dell’ebraismo e le contraddizioni che l’attraversano, con uno sguardo sul passato e sul presente perché il concetto di morte evolve con l’evoluzione della scienza e la storia di un popolo. Il lavoro prosegue con una panoramica storica sulla normativa nazionale a partire dalla legge 644/75, e analizza gli aspetti legislativi dell’accertamento di morte di quel periodo, legati esclusivamente all’osservazione passiva del cadavere e ancora priva dell’uso di esami strumentali. Sono presentati poi i dati aggiornati al 2004* sulle donazioni in Italia per regione, le opposizioni, le liste d’attesa per organo e le prospettive future.
La seconda parte del lavoro è interamente dedicata ai dati reperiti per le attività di donazione e trapianto nella regione Marche e alla proposta di migliorare l’organizzazione delle attività attraverso l’inserimento del coordinatore infermieristico per la donazione.
Tale figura svolgerebbe, assieme al coordinatore medico locale, il ruolo di coordinamento e la pianificazione di tutte le attività dell’osservatorio, secondo una logica di tipo manageriale per ciò che attiene la gestione delle risorse umane e materiali, e secondo una logica di tipo programmatorio per la formazione del personale sanitario e l’informazione alla popolazione, nonchè la creazione di banche dati sulle attività stesse di procurement di organi e tessuti. La terza parte del lavoro analizza, attraverso un questionario di apprendimento/gradimento, il modulo formativo erogato agli studenti delle scuole superiori del comprensorio fanese: sono descritti i momenti della lezione informativa e i risultati dell’indagine conoscitiva per sesso e per indirizzo scolastico. Oggi, più che mai, è necessario informare ed educare, affinché cresca la fiducia del cittadino verso il sistema dei trapianti e maturi la cultura del dono: in primo luogo agire sui giovani.
Il rapporto con la spiritualità nel malato e nel personale infermieristico come risorsa assistenziale
MANNINO Tiziana_slides.ppt
MANNINO Tiziana_tesi.doc
MANNINO Tiziana
1363 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Comunicazione/Relazione
Università:
Università degli Studi di Torino - Polo Didattico Orbassano (TO)
Relatore:
Ostacoli Dott. Luca
co-Relatore:
Sede Lavorativa dell'Autore:
ASL 2 Torino - Medicina Generale
Tel. della Sede Lavorativa:
Email dell'Autore:
Tiziana_m82@yahoo.it
Abstract:
PREMESSA
L’aspetto spirituale è come il cerchio che completa l’assistenza, con l’obiettivo di aiutare ad offrire senso e speranza al malato.
Il dolore, la sofferenza, l’impotenza, la vicinanza della morte portano la persona a ricercare un senso in ciò che gli accade, esprimendo bisogni che non sono di natura fisica, psicologica o sociale, bensì di natura spirituale.
SCOPI
Documentare il rapporto nel personale infermieristico sul bisogno spirituale espresso dai pazienti, con lo scopo di: capire il concetto di spiritualità dell’operatore; il significato che viene attribuito alla spiritualità; quanto il bisogno spirituale è importante e quando si manifesta; in che modo possono essere espressi e gli interventi messi in atto per affrontarli; quanto l’assistenza infermieristica si fa carico di tali bisogni, in quale misura viene affrontato all’interno dell’équipe di lavoro e se ci sono figure professionali ritenute più appropriate per l’assistenza spirituale.
MATERIALI E METODI
Allo scopo di esplorare il punto di vista degli operatori è stato somministrato un questionario.
Il questionario è stato elaborato in seguito a dati presenti in letteratura, dalla tesi svolta da una laureanda in infermieristica, dal questionario valutato a livello internazionale (FACIT-Sp) e da esperienze personali. La ricerca è stata svolta all’interno dell’ASO S. Luigi Gonzaga di Orbassano presso le unità operative di: Medicina Interna I; Medicina Interna II; Cardiologia; Chirurgia Toracica; Pneumologia I; Pneumologia IV; Malattie Apparato Respiratorio, con un totale di 102 questionari consegnati ed un ritorno del 74%.
RISULTATI
Dall’analisi di tutte le domande poste nel questionario sono emerse delle divergenze di opinioni.
Il confronto effettuato dimostra che il pensiero di un’assistenza totale, nei reparti “scelti”, è ancora molto lontana dal pensiero degli hospice, dove gli aspetti emotivi, la componente spirituale e i problemi sociali diventano predominanti.
Tuttavia alcuni settori lavorativi si avvicinano molto a questo pensiero, come la Medicina Interna I e la Medicina Interna II, ma ciò non include che la quasi totalità degli infermieri intervistati non si sente in grado di erogare un tipo di assistenza così profonda.
È ritenuto molto importante esprimere la spiritualità per le persone assistite e tra i bisogni spirituali maggiormente manifestati si rivela la necessità di parlare e di sentirsi ascoltato. Questi aspetti vengono riconosciuti dagli operatori i quali attuano comportamenti consoni per permettere all’assistito di soddisfare i suoi bisogni come il prestare ascolto e l’infondere coraggio per dare la possibilità di esprimersi, come anche atteggiamenti di apertura e di rispetto.
Gli infermieri non riconoscono il proprio ruolo come l’interlocutore privilegiato, il referente dell’équipe ma associano il sacerdote e lo psicologo come figure capaci e più adatte all’assistenza spirituale.
In conclusione, facendo riferimento al FACIT-Sp, si può constatare che difficilmente un operatore potrà essere davvero di conforto e di supporto alle persone assistite, se a sua volta non è in rapporto con la propria parte spirituale. Del resto, se non si è consapevoli della propria spiritualità, come si può essere consapevoli della spiritualità degli altri?
CONCLUSIONI
Per accompagnare i pazienti a livello spirituale durante ogni fase della malattia, l’operatore deve essere attento ai propri bisogni, deve cercare di comprendere al meglio ciò che vi è nel profondo di ogni essere, là dove si attinge la forza di vivere, il senso del proprio esistere, la forza di accompagnare coloro che stanno soffrendo.
L’esplorazione della dimensione spirituale apre nuovi orizzonti conoscitivi e consente di comprendere meglio il dolore e la sofferenza, con
Dalle quinte alla scena. L'umore nel rapporto infermiere-paziente
RAFFAGHELLI Stefano_slides.wri
RAFFAGHELLI Stefano_tesi.doc
RAFFAGHELLI Stefano
206 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Comunicazione/Relazione
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
Morchio Dott.ssa Maria Grazia
co-Relatore:
Sede Lavorativa dell'Autore:
Tel. della Sede Lavorativa:
Email dell'Autore:
stefano.raffaghelli@tiscali.it
Abstract:
Oggetto
L’umore, in quanto “stato d’animo”, non rappresenta ancora una categoria concettuale scientifica, per lo meno in Italia. La letteratura italiana si concentra, infatti, essenzialmente sui disturbi patologici dell’umore. Obiettivo della presente tesi è pertanto quello di analizzare “scientificamente” l’umore non patologico, evidenziandone le influenze sul rapporto operatore sanitario-paziente, in ambito ospedaliero. L’ipotesi che sorregge la tesi è che l’umore segue ritmi biologici che, se conosciuti, possono essere sfruttati al meglio, così migliorando l’assistenza infermieristica.
Materiali e metodi
La verifica dell’ipotesi si è basata sulla consultazione bibliografica e sul metodo qualitativo della ricerca sociale. La ricerca bibliografica ha preso in considerazione la letteratura sociologica sull’interazione sociale, con particolare riferimento all’opera di Erving Goffman, ed il volume del biopsicologo americano Robert E. Thayer “The Origin of Every Moods”, che ho tradotto dall’inglese. La ricerca sociale è stata condotta attraverso l’osservazione, durante i tirocini del corso di laurea.
Risultati
L’umore nasce dall’azione di energia fisica e tensione psichica; esso è influenzato dall’ambiente psichico, fisico e sociale in cui la persona è immersa ed influenza i rapporti della stessa con le altre persone e con i problemi della vita quotidiana.
Conclusioni
Intervenendo sui fattori modificanti l’umore, si può ottenere una migliore relazione con il paziente ed una migliore compliance terapeutica.
L'assistenza infermieristica in forma di diario: uno strumento per orientare la relazione d'aiuto nella persona assistita
SANGIORGI Linda_slides.ppt
SANGIORGI Linda_tesi.DOC
SANGIORGI Linda
249 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Comunicazione/Relazione
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
Gregorino Silvano
co-Relatore:
Sede Lavorativa dell'Autore:
Presidio Sanitario Gradenigo - Torino
Tel. della Sede Lavorativa:
011/8151211
Email dell'Autore:
sblindarella@libero.it
Abstract:
L’obiettivo che ci si pone in questa tesi è di valutare quanto uno strumento come il diario possa contribuire all’aumento delle capacità di porsi in una relazione d’aiuto. Quanto, cioè, il recupero dell’esperienza attraverso la narrazione può aiutare un infermiere ad aumentare la propria riflessione e le proprie competenze relazionali.
Il percorso si sviluppa in diverse fasi; la prima si occupa di illustrare le caratteristiche principali che una buona relazione d’aiuto deve possedere e come dev’essere messa in atto. Il percorso della tesi sviluppa, poi, una particolare modalità di rendere evidente la propria esperienza in modo da analizzarla ed acquisire maggior competenza nella relazione d’aiuto: il metodo individuato è l’uso della narrazione in forma di diario.
In seguito il percorso della tesi introduce ed analizza le interazioni tra narrazione e la sua particolare forma di espressione: il diario. Di questo strumento viene fornita una descrizione delle caratteristiche e delle funzioni, viene esaltata la sua importanza e il suo utilizzo per esercitare su sé stessi l’attività di autoanalisi.
Creato un modello, un contesto teorico, una definizione di relazione d’aiuto ed una metodologia di analisi del diario, ho messo in atto un lavoro di ricerca per evidenziare quanto l’analisi del proprio diario possa fare emergere le nostre latenze ed affinare le capacità relazionali.
Nell’ultima parte del lavoro viene illustrato il metodo utilizzato per lo studio che consiste nel fornire ad un gruppo di infermieri un diario. Su di esso potranno annotare gli episodi di relazione che più li hanno colpiti e, successivamente, verranno guidati nella decostruzione dell’evento attraverso delle domande alle quali rispondere in maniera descrittiva. A questo punto vi è la raccolta di tutto il materiale e la riflessione su di esso con lo scopo di capire quanto abbia influito questo lavoro sul piano personale dell’infermiere, quanto abbia ottenuto adesione l’iniziativa e soprattutto se è stata considerata positiva o meno alla luce dell’aumento della riflessione.
Record
1
di
10
su
10