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 Tutti i documenti->Consultazione tesi->Psichiatria->2003-2004->
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Il ruolo del coordinatore infermieristico tra competenze richieste e competenze attese. Una ricerca qualitativa presso l'ASL 19 di Asti
GATTI Sabrina_slides.wri
GATTI Sabrina_tesi.doc
GATTI Sabrina More Info 178 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi D.U.I.
Aree Specialistiche:
Psichiatria
Università:
universita' del Sacro Cuore - Sede Cottolengo - Torino
Relatore:
Capello Prof.ssa Simona
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:
Dipartimento Salute Mentale SOC Psicologia ASL 19 Asti
Tel. della Sede Lavorativa:
0141/487651
Email dell'Autore:
sabrina.gatti@libero.it - sgatti@asl19.asti.it
Abstract:
L’elaborato prevede una parte di ricerca sul campo al fine di raccogliere le opinioni, le idee, le riflessioni dei coordinatori infermieristici sul tema delle competenze professionali che caratterizzano il loro ruolo organizzativo. La metodologia utilizzata è di tipo quali-quantitativo e prevede la conduzione di interviste semi-strutturare della durata di 30-45 minuti circa. Il campione è composto da 29 soggetti autoselezionatesi, è eterogeneo comprendendo il territorio e l’ospedale. I risultati sono letti alla luce della letteratura sul tema, con l’obiettivo di elaborare un possibile mosaico delle competenze richieste al coordinatore infermieristico oggi in Sanità. Il lavoro prevede una restituzione, nella forma di una sintesi rivolta a tutti gli operatori coinvolti nella ricerca. Il gruppo coinvolto ha dimostrato grande interesse e disponibilità. Dal contesto emerge che sono ritenute importanti sia le competenze tecnico-assistenziali, sia quelle manageriali che quelle relazionali. Il campione pone l’accento su quest’ultime, indicando le competenze di leadership fondamentale strumento per la gestione dei conflitti, la negoziazione, la motivazione dei collaboratori.
In particolare sembra emergere la necessità di saper declinare con flessibilità il proprio stile di leadership, esprimendolo in una competenza analitica e progettuale che sappia rispondere alle diverse esigenze del contesto operativo.


Approccio infermieristico nei confronti della persona con problematiche correlate alla depressione post-ictus
OSTELLINO Enrica_slides.ppt
OSTELLINO Enrica_tesi.doc
OSTELLINO Enrica More Info 1433 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Psichiatria
Università:
Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro"
Relatore:
Raineri Franco
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:
Ospedale di Ivrea (TO) - U.O. neurologia
Tel. della Sede Lavorativa:
0125/414297
Email dell'Autore:

Abstract:
L’elaborato ha lo scopo di esplorare le conoscenze degli infermieri nei riguardi dell’approccio alla persona con problematiche correlate alla depressione post-ictus essendo dimostrato che, in tali soggetti, la fase riabilitativa è difficoltosa. La metodica d’assistenza proposta attraverso il metodo NANDA, basata sulla relazione d’aiuto, ha la finalità di incoraggiare gli sforzi, i tentativi di progredire, favorendo l’iniziativa e la libera espressione. La figura dell’infermiere si propone di instaurare un rapporto di tipo orizzontale, da pari a pari, basato sull’aiuto reciproco per raggiungere l’autonomia e l’indipendenza possibile della persona al fine di arrivare ad acquisire un miglioramento nella cura di sé e nelle attività di vita quotidiana, nel rispetto e nella considerazione del suo disagio.
I dati di questo studio osservazionale sono stati ricavati mediante la compilazione di un questionario, rivolto ad una popolazione composta d’infermieri operanti nell’Azienda Sanitaria biellese, che prende in considerazione il processo infermieristico di pianificazione, attuazione e valutazione degli interventi d’assistenza.
In base ai dati ottenuti si può notare che, nel complesso, le diagnosi infermieristiche sono poco utilizzate durante il processo assistenziale e non è data importanza al significato di concetti quali coping e controllo esterno. E’, inoltre, evidenziato che la quasi totalità degli infermieri non ha mai partecipato ad eventi formativi che trattassero, in modo specifico, del problema “depressione post-ictus”.
Nel complesso emerge che, la problematica legata alla depressione post-ictus, è conosciuta in modo incompleto dagli operatori i quali, peraltro, ne riconoscono unanimemente l’importanza. E’ lecito, quindi, pensare e proporre di affrontare questo tema in specifici momenti formativi, in modo da poter adeguatamente prendere in esame la gestione e gli interventi appropriati da mettere in atto nei confronti dei soggetti che manifestano alterazioni dell’umore in seguito ad un evento ictale.



Sindrome di burnout e professione infermieristica: indagine sul personale infermieristico del C.S.M., rianimazione, D.E.A. dell'ASL 12 di Biella
PRANIO Davide_slides.ppt
PRANIO Davide_tesi.doc
PRANIO Davide More Info 344 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Psichiatria
Università:
Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro
Relatore:
Fascio Valter
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
ziggy_pd@libero.it
Abstract:
PREMESSA
Ho scelto questo tema poiché da qualche tempo sentivo parlare di “burn out” riferito alla professione infermieristica e mi stava particolarmente a cuore approfondire questo tema. La figura dell’infermiere rappresenta oggi un punto cardine nell’assistenza sanitaria e proprio per questo essa deve essere valorizzata esaltandone le proprie caratteristiche e facendo in modo che tutti gli appartenenti a questa categoria siano messi in condizione di svolgere la loro professione in modo sereno, efficace ed efficiente. Poiché il lavoro svolto quotidianamente dall’infermiere comporta un notevole consumo di energia anche e soprattutto a livello emotivo-relazionale mi è sembrato importante soffermarmi sulla sindrome di burn out che può indurre il professionista ad un quasi rifiuto psicologico della propria attività lavorativa con conseguenze deleterie sul proprio operato.
Mi auguro dunque con questa tesi di poter fare un piccolo quadro della situazione attuale relativa al gruppo di infermieri del Centro Salute Mentale (C.S.M.), dell’ Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, del Dipartimento d’Emergenza e Accettazione (D.E.A.), dell’ASL 12 di Biella.

SCOPO DELLA RICERCA
L’obiettivo che ci si è posti, nello svolgere questa ricerca, è di valutare l’incidenza della Sindrome del Burnout nel personale infermieristico che opera nel Centro Salute Mentale, del D.E.A.e nel reparto di Rianimazione e Anestesiologia dell’ASL 12 di Biella.

STRUMENTI DI RILEVAZIONE
Per rilevare l’incidenza che il burnout ha negli infermieri impegnati nelle aree a rischio sono stati utilizzati tre strumenti di rilevazione auto-somministrati (vedi allegati 1-3):
1. dati anagrafici
2. inchiesta semi strutturata
3. The Maslach Burnout Inventory (MIB)

RISULTATI
Dalla ricerca risulta che il 5,6% (2 su 36) del campione preso in studio riscontra un alto grado di burnout; il 2,8% (1 su 36) un medio grado di burnout; l’8,3% (3 su 36) un basso grado di burnout.

CONCLUSIONI
L’obiettivo proposto nella fase iniziale dello studio è stato raggiunto.
Si e riusciti ad individuare e definire la situazione del burnout nelle varie aree indagate.


L'ascolto del paziente psicotico come mezzo di comunicazione e strumento di assistenza.
RIDOLFO Mara_slides.ppt
RIDOLFO Mara_tesi.doc
RIDOLFO Mara More Info 432 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
Psichiatria
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
Fascio Valter
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
marhum80@yahoo.it
Abstract:
ABSTRACT

TITOLO
L’ascolto del paziente psicotico come mezzo di comunicazione e strumento di assistenza.

OBIETTIVO
Verificare se momenti di ascolto attivo infermieristici possano migliorare il livello di soddisfazione dei pazienti psicotici nei confronti del servizio di salute mentale.

INTRODUZIONE
L’ascolto richiede che ci stacchiamo dai nostri interessi e dai nostri schemi di pensiero e di vita, per introdurci gradatamente e con rispetto nel mondo dell’interlocutore. Si tratta di una attività che coinvolge la persona nella sua totalità: il pensiero, l’affettività, la posizione del corpo, l’espressione del volto, l’atteggiamento esterno, il contatto con lo sguardo…Chi ascolta una persona in modo profondo offre una presenza eloquente e stimolante.

In questa tesi si è voluto dare ampio spazio alle teorie legate all’ascolto e sottolineare l’importanza che questo riveste nell’attività dell’infermiere, non solo come strumento di assistenza, ma anche come dovere etico nei confronti della persona assistita.

MATERIALI E METODI
La sperimentazione è stata condotta nel CSM di Avigliana in Valle di Susa, della durata complessiva di tre mesi.
Prima di partire con i momenti di ascolto si è somministrato il GSQ-10 (General Satisfaction Questionnaire – Huxley e Mohamad, 1991), questionario che avrebbe permesso di verificare il livello di soddisfazione dei pazienti a inizio sperimentazione.
Dopodichè, si sono organizzati i momenti di ascolto che si sono poi esplicitati in sedute, visite e colloqui sia domiciliari che ambulatoriali e nell’accompagnamento ad alcune attività proposte dai pazienti. A fine sperimentazione si è nuovamente somministrato il GSQ-10 per verificare se c’era stato un aumento del livello di soddisfazione dei pazienti.

RISULTATI
Dalla lettura dei risultati è emerso che grazie ai momenti di ascolto, il livello di soddisfazione dei pazienti nei confronti del servizio è aumentato in modo significativo, e questo ci lascia intuire come l’ascolto possa essere considerato un importante strumento di assistenza di cui l’infermiere dispone.


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