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 Tutti i documenti->Consultazione tesi->altro->2005-2006->
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Il rischio depressivo nel paziente con sindrome coronarica acuta: la gestione integrata del problema
ARESE Sara_slides.ppt
ARESE Sara_tesi.pdf
ARESE Sara More Info 571 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino - Polo didattico Orbassano
Relatore:
POZZI Roberto
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
silvies@libero.it
Abstract:
Si valuta che tra l’8% ed il 45% dei pazienti, che hanno subito un IMA , presentano sintomi riferibili alla depressione maggiore. E’ molto importante sottolineare il “peso” che la patologia depressiva ha sulla prognosi cardiovascolare, essa infatti è considerata un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e causa un aumento del tasso di morbilità e mortalità, soprattutto tra le persone che presentato una basso livello di “social support”.
Il moderno approccio di trattamento con PTCA primaria, esasperando all’ingresso la rapidità degl’interventi e l’aggressione tecnologica, ha però creato nuove problematiche assistenziali, limitando la relazione operatore-paziente e quasi annullando la possibilità di fornire informazioni adeguate e tranquillizzanti sulla malattia e sugli interventi effettuati.
Lo studio di ricerca si è svolto in tre momenti distinti, in cui sono stati utilizzati strumenti specifici (HADS, BDI, Body Image Scale, QLMI2, PPRI, Scala Impatto Eventi) per andare a valutare diversi elementi dell’impatto emotivo che l’IMA ha sul paziente.




La gestione del dolore nel paziente sottoposto ad intervento chirurgico. Studio
BENOTTO Michela_slides.pdf
BENOTTO Michela_tesi.pdf
BENOTTO Michela More Info 3598 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
FRIGERIO Dott.ssa Simona
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:

Abstract:
Obiettivo
L’obiettivo di questo studio è stato valutare il cambiamento nella gestione del dolore post-operatorio, grazie all’introduzione dello strumento di valutazione, attraverso 4 variabili principali:
- il numero di valutazioni del dolore
- la presenza o meno di prescrizione di terapia al bisogno in cartella clinica
- il numero di richieste di analgesia da parte dei pazienti e la correlazione fra tali richieste e il numero di valutazioni
- le valutazioni del beneficio dopo somministrazione di terapia analgesica

Strumenti e metodi
Iniziale revisione della letteratura su banche dati in Rete. Successiva analisi dei dati da documentazione clinica ed infermieristica di due gruppi di pazienti: operati prima e dopo l’introduzione dello strumento di valutazione.

Risultati
Il numero di valutazioni del dolore è aumentato considerevolmente, con un trend in avvicinamento a quello ideale proposto dallo strumento.
E’ aumentato anche il numero di prescrizioni di terapia al bisogno in cartella clinica, dando maggior autonomia all’infermiere.
Il numero di richieste di analgesia rimane pressoché costante. La correlazione fra numero di valutazioni e numero di richieste di analgesia, perciò, diminuisce nell’osservazione post, essendo aumentata l’attività valutativa.
Le valutazioni del beneficio, invece, peggiorano nel periodo post.



L'impatto del defibrillatore impiantabile sulla qualità di vita dei pazienti con aritmie ventricolari minacciose: il ruolo infermieristico post-impianto
BONO Rocco_slides.ppt
BONO Rocco_tesi.doc
BONO Rocco More Info 1995 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
SHEIBAN Prof. Imad
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
rocco.salento.12@libero.it
Abstract:
Obiettivo
L’obiettivo di questo studio è stato valutare, nella fase del follow-up, il grado di informazione, la percezione della qualità di vita dei pazienti intervistati e la presenza/ruolo dell’infermiere.

Strumenti e metodi
Iniziale revisione della letteratura su banche dati in Rete. Successiva analisi dei dati ottenuti da un questionario semi-strutturato rivolto a 44 pazienti seguiti da due ambulatori di cardiologia del territorio.

Risultati
Il grado di informazione è stato indagato sondando la conoscenza di: soluzioni alternative all’impianto, rischi collegati all’impianto e Interferenze ElettroMagnetiche e relativi rischi. Nel complesso il grado di conoscenza non è elevato, con un peggioramento nelle classi d’età più avanzata.
L’impianto di ICD crea problemi nella sessualità (calo del desiderio e paura di attivare il dispositivo) nei pazienti di età compresa fra i 50 e i 69 anni, con picchi fra i più giovani.
L’ICD induce condotte di evitamento (paura di attivare il dispositivo), riguardo l’attività fisica, soprattutto nei pazienti più giovani.
Più della metà dei pazienti intervistati ha avuto almeno un’esperienza di shock dalla data d’impianto, il che peggiora ulteriormente la loro qualità di vita.
Solo il 23% dei pazienti intervistati riconosce l’infermiere come una figura di riferimento nel follow-up.




Immigrazione e mediazione culturale: verso un'assistenza infermieristica globale
CASALEGNO Jessica_slides.ppt
CASALEGNO Jessica_tesi.rtf
CASALEGNO Jessica More Info 6712 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
BECCHIO Prf.ssa Donatella
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
jessica.casalegno@libero.it
Abstract:
La finalità principale della mia tesi è quella di scoprire una nuova dimensione della professione infermieristica; riflettendo su come svolgere questa professione in una realtà multiculturale, indagando percezioni, idee, conoscenze, problemi, difficoltà e modalità di adeguare i principi di infermieri e medici alle esigenze poste dal fenomeno migratorio in Italia, facendo sì che l’incontro con le diversità culturali e valoriali della persona assistita sia occasioni di crescita e non di imposizione di una visione sull’altra, grazie anche all’intervento del mediatore culturale, una figura professionale “terza” tra due mondi diversi, che non vuole sostituirsi al sanitario ma gestisce insieme a lui l’approccio interculturale.
La società italiana sta cambiando, viviamo in un paese multietnico e sicuramente la professione infermieristica deve tener conto di questi cambiamenti. Il fenomeno migratorio è oggi in continuo aumento e ciò comporta, in ambito sanitario, la necessità di un approccio terapeutico e assistenziale multiculturale. La progressiva stabilizzazione sul territorio nazionale di una popolazione straniera immigrata, portatrice di peculiari caratteristiche culturali e sociali, richiede a tutti i livelli della vita sociale la maturazione della sensibilità verso il tema delle differenze culturali che apra all’accoglienza, al confronto, alla possibilità di vedere nell’incontro con culture diverse, non isolabili ma integrate e in continua evoluzione, non un momento di tensione, ma un’occasione stimolante per definire nuovi orizzonti e nuove possibilità di vita comunitaria.



La cartella unificata in terapia per la riduzione del rischio: efficacia e soddisfazione
CASTROVILLI Sara_slides.pps
CASTROVILLI Sara_tesi.pdf
CASTROVILLI Sara More Info 1767 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
RUSSO Roberto
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
sara.castrovilli@libero.it
Abstract:
ABSTRACT
Nel terzo anno del corso di Laurea per infermieri, ho svolto tirocinio nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti nel ruolo di tirocinante.
Approfittando di questa occasione, in accordo con il mio relatore ho deciso di basare la mia tesi di fine corso sulla Cartella Unificata di Terapia, strumento introdotto nel reparto di Malattie Infettive alla fine del 2002 ed in uso dal dicembre del 2003.
Durante il periodo di tirocinio ho avuto la possibilità di discutere, con gli infermieri, con la capo sala, e con l’equipe medica di questa nuova cartella utilizzata nel reparto, evidenziando i punti di forza e di debolezza della stessa per avere più dati riguardanti la mia tesi.
E’ stata utilizzata la tecnica del Focus Group per raccogliere valutazioni, giudizi e opinioni espresse dai professionisti che la utilizzano.
 
L'obiettivo del tesi è quindi di valutare l’efficacia e la soddisfazione del personale medico ed infermieristico del reparto ed in particolar modo di valutare se l’utilizzo di questo nuovo strumento è efficace per la riduzione degli errori di trascrizione, prescrizione, preparazione e somministrazione del farmaco.


Responsabilità infermieristica e terapia farmacologica
DROETTO Stefania_slides.ppt
DROETTO Stefania_tesi.doc
DROETTO Stefania More Info 286 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
Dimonte Valerio
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
neerbale@hotmail. com
Abstract:
OBIETTIVO
Valutare il percepito degli infermieri e dei medici rispetto all’autonomia e alla responsabilità degli infermieri nelle diverse fasi del processo terapeutico farmacologico per individuare ulteriori spazi e condizioni per lo sviluppo dell’autonomia infermieristica.

INTRODUZIONE
La ricerca che si è voluto condurre ha origine dall’importanza che, l’autonomia e le responsabilità, rivestono nella professione infermieristica in seguito alle recenti modifiche normative e all’evoluzione dei bisogni della popolazione e delle radicali modifiche organizzative che si stanno instaurando nel Sistema Sanitario Nazionale. Già in altri Paesi il livello di responsabilità infermieristica ha raggiunto livelli molto alti, fino a comprendere alcuni aspetti che riguardano anche la gestione e la prescrizione terapeutica farmacologica

MATERIALI E METODI
Lo studio ha coinvolto tutti gli infermieri e i medici delle otto medicine generali, della geriatria e di due R.S.A del più grande Ospedale piemontese. Sono stati somministrati questionari che hanno indagato il percepito di infermieri e medici rispetto all’autonomia e responsabilità degli infermieri in generale e, in particolare, rispetto alle fasi del processo terapeutico farmacologico: prescrizione, somministrazione, valutazione, educazione terapeutica. Il questionario, originale, è composto da dieci domande, con una parte chiusa e una parte aperta per chiedere la motivazione delle risposte.



RISULTATI

I risultati dell’indagine indicano che ci sono le condizioni culturali perché gli infermieri possano sviluppare maggiormente gli ambiti di autonomia e responsabilità anche nel campo della terapia farmacologica. Anche la componente medica, più attenta ai rischi legati a questo tipo di attività, sembra orientata in questa direzione, in particolare in situazioni di terapia “al bisogno” e di situazioni croniche. A condizione, però, che in particolare, la formazione degli infermieri sia più elevata, con l’acquisizione di master specialistici che possano aumentare le conoscenze e le competenze infermieristiche.
Il confronto tra quest’indagine e la situazione di altri paesi presi in considerazione evidenzia un dato rilevante: la nascita del nurse prescribing è stata la risposta formale a una situazione sostanziale che già esisteva all’interno delle unità operative, come risposta a reali bisogni della popolazione e dell’organizzazione sanitaria. Questo tipo di evoluzione ha, peraltro, definito con maggiore chiarezza la questione delle responsabilità rispetto ad attività effettivamente svolte.



Responsabilità infermieristica e terapia farmacologica
DROETTO Stefania_tesi.wri
DROETTO Stefania More Info 0 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
Dimonte Valerio
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
neerbale@hotmail. com
Abstract:
OBIETTIVO
Valutare il percepito degli infermieri e dei medici rispetto all’autonomia e alla responsabilità degli infermieri nelle diverse fasi del processo terapeutico farmacologico per individuare ulteriori spazi e condizioni per lo sviluppo dell’autonomia infermieristica.

INTRODUZIONE
La ricerca che si è voluto condurre ha origine dall’importanza che, l’autonomia e le responsabilità, rivestono nella professione infermieristica in seguito alle recenti modifiche normative e all’evoluzione dei bisogni della popolazione e delle radicali modifiche organizzative che si stanno instaurando nel Sistema Sanitario Nazionale. Già in altri Paesi il livello di responsabilità infermieristica ha raggiunto livelli molto alti, fino a comprendere alcuni aspetti che riguardano anche la gestione e la prescrizione terapeutica farmacologica

MATERIALI E METODI
Lo studio ha coinvolto tutti gli infermieri e i medici delle otto medicine generali, della geriatria e di due R.S.A del più grande Ospedale piemontese. Sono stati somministrati questionari che hanno indagato il percepito di infermieri e medici rispetto all’autonomia e responsabilità degli infermieri in generale e, in particolare, rispetto alle fasi del processo terapeutico farmacologico: prescrizione, somministrazione, valutazione, educazione terapeutica. Il questionario, originale, è composto da dieci domande, con una parte chiusa e una parte aperta per chiedere la motivazione delle risposte.



RISULTATI

I risultati dell’indagine indicano che ci sono le condizioni culturali perché gli infermieri possano sviluppare maggiormente gli ambiti di autonomia e responsabilità anche nel campo della terapia farmacologica. Anche la componente medica, più attenta ai rischi legati a questo tipo di attività, sembra orientata in questa direzione, in particolare in situazioni di terapia “al bisogno” e di situazioni croniche. A condizione, però, che in particolare, la formazione degli infermieri sia più elevata, con l’acquisizione di master specialistici che possano aumentare le conoscenze e le competenze infermieristiche.
Il confronto tra quest’indagine e la situazione di altri paesi presi in considerazione evidenzia un dato rilevante: la nascita del nurse prescribing è stata la risposta formale a una situazione sostanziale che già esisteva all’interno delle unità operative, come risposta a reali bisogni della popolazione e dell’organizzazione sanitaria. Questo tipo di evoluzione ha, peraltro, definito con maggiore chiarezza la questione delle responsabilità rispetto ad attività effettivamente svolte.



La definizione di un ambulatorio per le malattie renali croniche. Il punto di vista dei pazienti
PIETRAPERTOSA Daniela_slides.wri
PIETRAPERTOSA Daniela_tesi.doc
PIETRAPERTOSA Daniela More Info 7553 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino - Polo didattico Orbassano
Relatore:
PICCOLI Dott.ssa Giorgina Barbara
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
dpietrapertosa@yahoo.it
Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di conoscere l’opinione dei pazienti su alcuni punti che riguardano come vivono il loro stato di malattia e cosa vorrebbero dai servizi sanitari di cui devono usufruire e dalle persone a cui si devono rivolgere, nel caso di una malattia emergente (malattia renale cronica)
La creazione di un servizio per seguire nel tempo questa patologia ingravescente è un operazione assai complessa, che prevede la presenza di risorse differenti è complementari unite in un’ organizzazione ben consolidata.
Il percorso di creazione può ricalcare quello di un processo manageriale di creazione di un sistema che si divide in 4 fasi:
identificare i bisogni ,definire i processi, progettare il sistema e la simulazione.
L’ambito in cui la tesi è stata condotta è quello di identificazione dei bisogni.
Questa fase questa si divide a sua volta in due tempi, una in cui dai dati disponibili si studia la prevalenza della malattia nel bacino di utenza, che ha costituito la quota “di ricerca bibliografica della tesi” e l’altra, di cui si è occupata la parte sperimentale della tesi, di rilevazione diretta dei bisogni percepiti dai pazienti.
Lo studio si è sviluppato in tre fasi:
-una di analisi della letteratura disponibile, con una definizione dei bisogni dal punto di vista epidemiologico.
-poi si è proceduto alla strutturazione di un questionario sulla base delle esigenze emerse in un focus group.
-infine il questionario così strutturato è stato somministrato ad un gruppo di pazienti che afferivano ad una struttura di recente costruzione, cioè l’ambulatorio interno di nefrologia del ospedale san luigi.
Il questionario si compone di tre parti:
una prima parte con i dati anagrafici del paziente, la struttura familiare, patologie e numero di visite annuali.
La seconda parte valutava la qualità di vita dei pazienti attraverso l’utilizzo del test di Spitzer .
La terza parte consiste nella valutazione di alcuni indicatori “ pratici”di qualità del servizio identificati dai pazienti del focus group.
In tutto il questionario si componeva di 27 domande.
Dall’analisi di questi è emerso che:
Gli utenti hanno mantenuto un grado di autonomia soddisfacente, ma con il progredire della malattia hanno subito una riduzione delle loro capacità lavorative, allo stesso tempo l’impegno richiesto per le cure tende ad aumentare con la gravità della malattia.
Un’esigenza che è stata identificata sia dal focus group di “veterani” di cure nefrologiche, che nella popolazione ambulatoriale intervistata è l’esigenza di conoscenza.
Tra le caratteristiche identificate tra quelle che dovrebbe possedere l’operatore ideale, la capacità di comunicazione è senz’altro la più importante, associata ad una buona cultura medica che viene data per scontata.


L'infermiere maschio in reparti ospedalieri femminili
ROCCHETTI Gilberto_slides.ppt
ROCCHETTI Gilberto_tesi.doc
ROCCHETTI Gilberto More Info 3030 kb.
Categoria:
Tesi di laurea / Tesi specialistica
Tipo di Tesi:
Tesi C.d.L.
Aree Specialistiche:
altro
Università:
Università degli Studi di Torino
Relatore:
MORCHIO Dott.ssa Maria Grazia
co-Relatore:

Sede Lavorativa dell'Autore:

Tel. della Sede Lavorativa:

Email dell'Autore:
gilby1980@yahoo.it
Abstract:
E’ un periodo in cui le esperienze sociali stanno cambiando. Infatti le donne sono entrate in ambiti simbolici tradizionalmente riservati agli uomini (occupazione, professionalità, autorità) molto più di quanto gli uomini abbiano fatto in ambienti lavorativi riservati alle donne.
In campo infermieristico il grande cambiamento è stato sancito con la Legge 25 febbraio 1971, n. 124, che ha esteso agli uomini la possibilità di accesso alle scuole professionali per infermieri.
Da quella data il cammino di maschi e femmine aspiranti alla professione infermieristica è diventato comune, anche se il numero delle aspiranti infermiere è rimasto decisamente più elevato di quello dei colleghi maschi.
Nonostante il numero delle aspiranti infermiere permanga più elevato di quello dei colleghi maschi, la ricerca da me effettuata sul numero di iscritti al primo anno del corso di laurea in infermieristica dell’Università di Torino, negli ultimi anni, evidenzia che la percentuale degli iscritti maschi sta progressivamente aumentando.
Tuttavia, nonostante l’aumento degli iscritti al corso di laurea in infermieristica e il conseguente aumento di infermieri maschi in moltissimi reparti e soprattutto in quelli ad utenza prettamente femminile l’assistenza è ancora prestata esclusivamente da personale femminile.
Attraverso la mia ricerca ho potuto rilevare come, in tali reparti, la figura dell’infermiere maschio venga percepita, tanto dall’utenza quanto dagli operatori.


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